Una nuova luce per il Cenacolo di Leonardo
L’ultima cena di Leonardo, fiore all’occhiello della città di Milano, si può oggi ammirare sotto una nuova luce, un impianto a LED che permette di risparmiare energia, inquinare meno e al tempo stesso migliorare le condizioni micro ambientali dell’opera.
L’installazione ha sostituito la vecchia illuminazione a fluorescenza con proiettori Palco equipaggiati di LED CoB, che offrono una luce calda ad altissima resa cromatica.
Il progetto, rientrato nel piano dei grandi lavori intrapresi per Expo 2015, rappresenta un apporto significativo in vista dell’evento stesso, un’ulteriore opportunità per la città di avere visibilità internazionale trovando, proprio nel capolavoro leonardesco, uno dei simboli principali per tutti i turisti che da maggio confluiranno a Milano.
Per l’occasione, tra l’altro, si stanno moltiplicando gli sforzi per rendere maggiormente visibile l’opera per la cui conservazione è necessario attenersi a delle regole, tra cui un numero molto limitato di visitatori per ciascuno dei turni che si alternano nel refettorio di Santa Maria delle Grazie: l’idea è di prolungare l’apertura almeno fino alle 22 e limitare la chiusura al lunedì mattina.
Dopo il restauro del 1999 il Cenacolo ha smesso di essere un’opera “cupa” e Leonardo è stato apprezzato molto anche come artista della luce: oggi la nuova illuminazione favorisce totalmente questa lettura.
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Cappella Sistina, una luce di 7000 LED per i dipinti “illuminati”
Ora si gode finalmente l’insieme, prima nessuno riusciva a percepirlo. Lo stesso vale per i particolari, che si accendono di colori e sfumature impensabili; escono dall’ombra dei secoli per tornare allo scoperto.
Ci troviamo all’interno della Cappella Sistina, il luogo identitario della Chiesa, ma il miracolo questa volta è di natura esclusivamente terrena: 7000 luci LED hanno attenuato drasticamente l’effetto dei fari sparati sul dito di Dio che chiama Adamo alla vita e regalato una luce totale, soffusa, regolare, che accende ciascun affresco ed entra in ogni dettaglio.
È il risultato del progetto Ue ribattezzato Led4Art, sviluppato dai ricercatori della Osram e inaugurato proprio pochi giorni fa alla vigilia della festa di Ognissanti. I nuovi apparecchi sono stati installati in maniera non visibile per ricreare un effetto naturale della luce e orientati in modo da far sembrare che il fascio luminoso provenga direttamente dalle finestre.
Annullate le radiazioni infrarosse e ultraviolette, limitato lo strapotere dell’azzurro, e depurata la luce da componenti pericolose per materiali delicati come lacche e colori, sono ora riconoscibili le pigmentazioni verde e giallo oro dei capolavori michelangioleschi, così come i colori degli altri artisti che hanno lavorato in questo luogo magico: Perugino, Ghirlandaio, Botticelli, Signorelli.
Read MoreArte e luce (elettrica) divinità femminili
La diffusione della luce elettrica incrocia in Italia due fenomeni artistico-culturali di forte rilievo: l’Art Nouveau, meglio conosciuta come Liberty, e il Futurismo. Se la prima ha attraversato l’Europa arrivando anche oltreoceano, il secondo si caratterizza come fenomeno tipicamente italiano, impetuoso ed effimero forse, oggi molto rivalutato. Basti pensare che al Guggenheim di New York è in corso, dal 21 febbraio e fino all’1settembre, la mostra Italian Futurism, 1909-1944: Reconstructing the Universe dal carattere accentuatamente interdisciplinare, dove le più di 300 opere esposte spaziano dalla pittura e scultura, all’architettura, al design, alla ceramica, arrivando fino alla moda, la filmologia, la fotografia, la pubblicità, senza trascurare la musica, la poesia, il teatro e le (oggi meglio conosciute) performances.
A proposito di teatro, è proprio uno spettacolo portato in scena in occasione della grande esposizione milanese del 1881, il Ballo Excelsior, a esaltare il genio umano, dove per la prima volta la musa della luce elettrica, simbolo di progresso e civiltà, si oppone all’oscurantismo. La città di Milano, proprio in occasione dell’esposizione industriale, avvia i primi esperimenti per il passaggio dal gas all’elettricità; di li a breve (primi anni del ‘900) monumentali candelabri in ghisa si avvieranno ad illuminare con la nuova luce le principali città d’Italia.
Le 4 figure femminili di Cambellotti che in un ideale girotondo abbracciano la circonferenza della colonna, sono, con le loro chiome che terminano a punta di freccia, una materializzazione della “divina luce elettrica” dei futuristi. L’esaltazione della femminilità propria del Liberty incontra l’entusiasmo, che si fa quasi esaltazione, dei futuristi per una scoperta che ha effettivamente cambiato la vita dell’umanità.
Lo stesso possiamo dire per un’altra figura femminile collocata come terminale della colonna in un palo istallato a Napoli e a Catania, dove ancora oggi sopravvive, seppure parzialmente modificato. In questo caso è la sirena Partenope, mitica fondatrice del capoluogo campano, che abbandona le profondità marine per abbracciare in un fascio luminoso la modernità.
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Balla, i Futuristi e il mito della luce elettrica
Lampada ad arco è una delle opere pittoriche più celebrate di Giacomo Balla.
Meno risaputo, invece, è che al MoMA di New York, oltre al dipinto, sono custoditi alcuni bozzetti e schizzi preparatori attraverso i quali l’artista italiano ha elaborato e materializzato la sua idea che emerge in maniera prorompente dalla descrizione che egli stesso fa della sua opera e che riportiamo integralmente:
“Per meglio precisare vi spiego che il quadro della “Lampada” è stato da me dipinto durante il periodo divisionista (1900-1910); infatti il bagliore della luce è ottenuto mediante l’accostamento dei colori puri. Quadro, oltre che originale come opera d’arte, anche scientifico perché ho cercato di rappresentare la luce separando i colori che la compongono. Di grande interesse storico per la tecnica e per il soggetto. Nessuno a quell’epoca (1909) pensava che una banale lampada elettrica potesse essere motivo di ispirazione pittorica: al contrario per me il motivo c’era ed era lo studio di rappresentare la luce e, soprattutto, dimostrare che il romantico ‘chiaro di luna’ era sopraffatto dalla luce della moderna lampada elettrica”
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Sostenibilità e colore per le strade delle città
Pensate che design e risparmio energetico, fantasia e funzionalità, siano concetti troppo distanti tra loro e spesso difficilmente coniugabili?
Se date un’occhiata al progetto che vogliamo presentarvi con questo post, dovrete ricredervi. Si chiama Twist ed è un prototipo di lampione per l’illuminazione stradale realizzato dall’architetto russo Olesya Smirnova, ed è davvero unico.
Innanzitutto è veramente insolita la forma della lampada che poggia su di un palo di metallo. Se guardate bene noterete che sopra di essa è posizionata una spirale rotante. Proprio ciò ci fa capire che la caratteristica principale di questo elemento di arredo urbano è la possibilità di funzionare fruttando diverse forme di energia, in particolare quelle rinnovabili.
Infatti oltre che con l’energia elettrica, Twist può illuminare le strade ed i viali grazie all’energia eolica (quella del vento) che viene raccolta dal mulinello presente sulla sommità della lampada, ed anche sfruttando l’energia del sole perché è dotata di pannelli solari.
Oltre al risparmio energetico, quello che ci colpisce del progetto è l’uso del colore; le lampade sono programmabili e, a seconda del programma scelto, possono diffondere uno o più colori. L’effetto luminoso è amplificato nelle serate ventose dal movimento del mulinello che crea fantasiosi effetti cromatici.
Bellezza, colore, allegria e sostenibilità, non pensate che sia quello che ci vuole per le nostre città del futuro?