Con il naso all’insù. La nascita dei primi grattacieli

Posted on Gen 14, 2016

L’invenzione rivoluzionaria dell’ascensore, da parte dello statunitense Elisha Otis nel 1857,  ha dato un contributo decisivo alla progettazione di una “nuova” tipologia di edificio, il grattacielo, che – se lo si guarda oggi a parecchi decenni di distanza – desta interesse sia per quanto concerne  l’evoluzione delle tecniche costruttive, sia per la diversità delle forme che ha assunto nel corso del tempo. Ma ciò che ancora oggi colpisce in un grattacielo è la sua possibilità di raggiungere altezze vertiginose, generando una continua gara al primato che dall’inizio del terzo millennio si è spostata dagli Stati Uniti d’America alle nazioni del Medio Oriente.

I primi Buildings con l’armatura in ghisa sorsero alla fine degli anni Cinquanta dell’Ottocento a New York, dove ancora oggi sopravvivono nel quartiere di SoHo con il nome di Cast-Irons. La possibilità di impiegare materiali, all’epoca considerati nuovi, come la ghisa, l’acciaio e il vetro offrì ad ingegneri e architetti prospettive prima impensabili.

SoHo, New York, i primi Buildings con armatura in ghisa

SoHo, New York, i primi Buildings con armatura in ghisa

I grattacieli dotati di ossatura in acciaio, più resistente della ghisa, sorsero invece intorno al 1880 a Chicago dopo che un terribile incendio aveva distrutto completamente il centro della città. La ricostruzione che ne seguì fece largo uso di una fitta trama di pilastri e travi metalliche che permisero agli edifici di raggiungere altezze di oltre dieci piani: le facciate, ridotte a pura funzione di chiusura, venivano realizzate quasi interamente in vetro. Le nuove costruzioni multipiano ridisegnarono l’immagine della città che ormai si sviluppava in verticale e non più in senso orizzontale. Questa particolare evenienza storica ha fatto sì che Chicago assumesse il ruolo di città/patria del grattacielo, luogo in cui le prime vere e proprie tecniche costruttive furono messe a punto.

Il più antico grattacielo della storia è l’ Home Insurance Building, realizzato da William Le Baron Jenney nel 1885: alto 10 piani con la struttura portante totalmente in acciaio, anche se ancora inserita nella muratura e quindi invisibile all’esterno. Dieci anni dopo Daniel Burnham progettò il Reliance Building, alto 15 piani con struttura in acciaio, questa volta visibile dall’esterno e chiusa da grandi vetrate. L’architetto più noto della “Scuola di Chicago” Louis Sullivan, fu capace di coniugare arte e tecnica costruttiva, rivolgendo particolare attenzione alle proporzioni e ai particolari decorativi: veri capolavori risultarono il Wainwright Building  costruito a St. Louis, Missouri (1891) e il Guaranty Building  di Buffalo, N.Y. (1895).

Home Insurance Building

Chicago, Home Insurance Building

Guaranty Building

Buffalo (N.Y.), Guaranty Building

A cavallo tra il XIX e il XX secolo venne invece costruito a New York il Flatiron Building (“ferro da stiro”) che con i suoi 87 metri di altezza diede il via alla corsa mondiale al gigantismo.

Flatiron Building, "ferro da stiro"

New York, Flatiron Building, “ferro da stiro”

La scelta di realizzare edifici molto alti fu dettata da fattori diversi. Tra questi giocarono un ruolo decisivo l’alto costo delle aree fabbricabili nei centri delle nuove città americane che obbligò a far convivere sotto un unico tetto ambienti destinati a funzioni diverse quali uffici, alberghi, negozi, abitazioni. Nel giro di breve tempo tuttavia anche il prestigio divenne una buona motivazione: avere la propria sede di rappresentanza all’interno di uno di quegli edifici “rivoluzionari”, per tecnologia e proporzioni, costituiva un ottimo biglietto da visita per le società e le imprese che svolgevano la loro attività all’epoca.

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