Da Firenze a Città del Messico

Posted on Ott 1, 2020

Da oltre un secolo (febbraio 1907) Città del Messico dispone di un vero e proprio gioiello architettonico deputato allo smistamento della posta: Palacio de Correos. Si tratta di un’architettura mista, progettata dall’architetto italiano Adamo Boari, che richiama da un lato il gotico veneziano e dall’altro l’art nouveau. Chi visita la metropoli messicana resta affascinato dal suo esterno grandioso e da un interno che, per eleganza, non è da meno. Lo si deve soprattutto al fatto che Boari pensò di avvalersi del contributo di un prestigioso stabilimento, sempre italiano, per “rivestire” di ghisa artistica bronzata i numerosi marmi impiegati per dar vita alle scale, ai banchi e ai tavoli dell’edificio: la Fonderia del Pignone

Il tutto rivela un’altissima maestria. Colpiscono, soprattutto, gli elementi decorati che compongono le ringhiere dello scalone di rappresentanza e le balaustre del primo piano, così come l’ossatura metallica che accoglie l’ascensore. Un ruolo molto importante dal punto di vista estetico è affidato anche all’illuminazione, che si materializza nella presenza di numerose lampade a forma di sfera, sostenute in parte da mensole a muro e da lampadari, in parte dagli stessi montanti delle ringhiere e delle balaustre.

Palacio de Correos, dett. di interno,  by Diego Delso, "Diego Delso, delso.photo, LicenseCC-BY-SA", CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30839466

Palacio de Correos, dett. di interno, by Diego Delso, “Diego Delso, delso.photo, LicenseCC-BY-SA”, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=30839466

La Fonderia del Pignone nasce a Firenze negli anni in cui Leopoldo II apre per la prima volta la Toscana all’Europa, favorendo il mutamento in senso industriale dei metodi di lavorazione fino a quel momento ancora artigianali. Con la realizzazione di ponti sospesi e della moderna chiesa di San Leopoldo a Follonica –  il cui pronao è interamente in ghisa – lo stabilimento fiorentino si impone a livello nazionale, e non solo. Lo dimostra la presenza all’estero di manufatti di sua produzione, come quelli sopra descritti, elementi di arredo così eleganti e finemente rifiniti da fare concorrenza a quelli usciti dalle più famose fonderie europee, come quelle francesi

Alla Fonderia del Pignone abbiamo dato ampio spazio sul n.1|2004 della rivista Arredo & Città https://www.arredoecitta.it/it/riviste/le-fonderie-toscane/

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