Spesso associamo a un’intuizione, a un’idea, l’immagine di una lampadina che si accende sopra alle nostre teste: non è altro che la metafora della luce, quel lume che improvvisamente accende il cervello e che conduce alla ragione e alla conoscenza. È la luce nel suo significato più profondo. Alla cerchia degli “illuminati” appartengono dunque a buon diritto anche quegli artisti che a partire dall’età medievale hanno trovato un nuovo modo per rendere ancora più accattivante la lettura di capolavori della letteratura. A tali protagonisti, alla loro tecnica e alle loro opere, è dedicata una mostra in corso a Pesaro.
ILLUMINATI Immagini dalla letteratura: Bellini, Dalì e i contemporanei. È il titolo della mostra “diffusa” che dal 19 dicembre 2015 al 3 aprile 2016 coinvolgerà, per la prima volta tutti assieme, alcuni luoghi simbolo di Pesaro come i Musei Civici di Palazzo Mosca, Casa Rossini e lo Scalone Vanvitelliano.
Un percorso espositivo trasversale rispetto alle epoche e alle aree geografiche, incentrato sul desiderio di rappresentare un fenomeno noto, anche se spesso poco considerato e non privo di sorprese: la funzione iconografica delle opere letterarie e la loro capacità di ispirare gli artisti di tutte le epoche.
Illuminati si riferisce alla pratica medievale della miniatura che nella sua fase iniziale era limitata alla decorazione in rosso delle lettere iniziali dei capitoli di un manoscritto. Dal XIV secolo, con il diffondersi di illustrazioni di piccolo formato, il significato di miniatura passò genericamente a indicare dipinti che – grazie alla tecnica della “alluminatura” o “illuminatura” per via dei colori luminosi e vibranti in risalto sulla pagina, ma anche grazie all’allume mescolato alle tinte come collante – trasformavano il testo scritto in una grande immagine più comprensibile.
Era appunto la luce del colore a dare alle parole nuova vita e gli artisti, “illuminati” a loro volta da tutto questo, hanno iniziato a rendere vivi e tangibili i concetti e le figure tratte dalla pagine scritte.
La mostra è dunque l’occasione per ammirare esempi straordinari di testi letterari utilizzati come fonti iconografiche per opere d’arte. Il percorso ha inizio dai Musei Civici e dal capolavoro di Giovanni Bellini l’Incoronazione della Vergine che ha ispirato una delle più celebri versioni della storia di San Giorgio e il drago raccontata nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Alle esperienze antiche risponde un genio illuminato del Novecento come Salvador Dalì con le sue tavole fantasiose dedicate all’Inferno di Dante, e il video dell’artista contemporanea Rä di Martino ispirato al racconto The Swimmer di John Cheever, da cui è stato tratto l’omonimo film interpretato da Burt Lancaster, che sottolinea come l’utilizzo della letteratura, come fonte iconografica per le immagini visive, sia stata ereditata in età moderna dal cinema.
L’esposizione prosegue a Casa Rossini con le tavole del Purgatorio di Dalì e la suggestiva scultura “Giuliano e Delio” di Francesco Arena tratta dalle Lettere dal Carcere di Gramsci.
Lo scalone Vanvitelliano, architettura di per sé significativa e simbolica, accoglie infine il Paradiso, sempre di Dalì, e l’installazione sonora “Terra” di Francesca Grilli: un disco di vinile contenente frammenti di meteorite, diffonde i suoni di tre paesaggi sonori che si riferiscono a tre esagrammi tratti dal celebre libro cinese I Ching.