La tradizione vuole che Venezia sia rimasta al buio – o tutt’al più illuminata dalla luna e da qualche sporadico lumicino posto sotto le immagini sacre dei sottoportici – fino all’inizio del Settecento.
L’idea di un sistema di illuminazione organico della città si deve a un nobile di nome Stefano Lippomano che nell’autunno del 1719, con l’appoggio dei bottegai dell’area marciana, fece inserire sulle pareti esterne dei negozi i cosiddetti ferali, i primi fanali ad olio.
Nel volgere di pochi anni la novità venne allargata a tutte le contrade, abitazioni comprese, nonostante l’iniziale sollevazione degli scodega, gli accompagnatori notturni forniti di lume portatile che prestavano servizio a pagamento e che si videro improvvisamente messi da parte. Le cronache del tempo riportano notizie di veri e propri atti vandalici contro i fanali e i bracci in ferro ai quali erano appesi.
Il primo “impianto” di illuminazione prevedeva un finanziamento mediante contribuzioni volontarie, provenienti in larga parte da privati facoltosi, alle quali col tempo si andarono ad aggiungere le riscossioni dell’imposta “sopra i ferali” da parte del magistrato alle pompe , chiamato a gestire questa nuova attività, in parallelo alla sua funzione principale di prevenzione degli incendi. Dai registri del magistrato traspare l’esigenza di tenere illuminata Venezia per tutta la notte: lo richiedeva la popolazione, non solo per aumentare la sicurezza notturna, ma anche per garantire un maggior decoro cittadino.
All’accensione, spegnimento e corretto funzionamento dell’impianto provvedevano, sempre per ordine del magistrato, i soprastanti alli fanali che utilizzavano i vari tipi di olio in commercio: l’olio di balena, di lino, di rapa, ma anche quello ottenuto dalla spremitura delle olive, il migliore e di conseguenza anche il più costoso di tutti. I suoi pregi erano la possibilità di bruciare più a lungo e di emanare una luce molto più chiara e brillante.
Con la fine della Repubblica, a partire dal 18 aprile 1797 furono i nuovo padroni della città, gli austriaci, ad occuparsi direttamente della gestione del servizio di illuminazione. La materia passò alla Deputazione interna polizia strade, canali e illuminazione della città che continuò a sovraintendere l’impianto esistente. Solo nel 1843 l’olio verrà definitivamente soppiantato dall’introduzione del gas-luce.
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