Fra le tante trasformazioni che modificarono il volto di Firenze negli anni in cui la città esercitò il ruolo di Capitale del Regno d’Italia (1865-1871) si colloca la creazione, nel quartiere di San Niccolò, di un ampio terrazzamento sulla sponda dell’Arno. L’area venne destinata ad ospitare una nuova piazza dedicata al nobile russo Nikolaj Demidoff, ambasciatore a Firenze dal 1820 al 1828, anno della sua morte.
Il luogo è dominato dal suo enorme monumento commemorativo in marmo bianco (1871) – opera dello scultore Lorenzo Bartolini – nel quale è ritratto con accanto il figlio Anatolij e una figura femminile che simbolizza la gratitudine. Al di sotto di questi, quattro statue allegoriche raffigurano, invece, le sue virtù (natura, arte, carità, ricchezza, messa al servizio del prossimo).

Attorno al monumento si sviluppa il giardino, modulato dalla sequenza delle piante di tiglio, che rappresenta ancora oggi uno degli angoli più romantici e “ottocenteschi” del capoluogo toscano. Ciò è dovuto, in larga parte, alla presenza in situ di arredi originali in fusione di ghisa installati tra la seconda metà dell’800 e l’inizio del ‘900. I manufatti recano la firma di una delle fonderie artistiche italiane in assoluto più importanti dell’epoca: la Fonderia del Pignone, con sede proprio a Firenze.
L’opera sicuramente più rilevante è costituita dalla pagoda realizzata a protezione del monumento stesso. Tale struttura andò a sostituire una provvisoria copertura in legno e lamiera – che poi tanto provvisoria non si rivelò dal momento che restò in piedi per quasi 40 anni – e consisteva in un’elegante copertura ottagonale in vetro e ghisa sostenuta da colonne, anch’esse in fusione. La delibera per l’esecuzione definitiva risale al novembre del 1911.

Accanto alla pagoda l’atmosfera tardo-ottocentesca del luogo sopravvive nelle panchine, negli elaborati candelabri, tra i più apprezzati di tutta la produzione del Pignone, presentati sui suoi cataloghi di vendita e collocati in numerose zone del centro cittadino, così come nelle due “casette da giardiniere”, singolari costruzioni metalliche in ferro e ghisa decorata, ormai introvabili, la cui funzione era quella di custodire al loro interno gli attrezzi dei giardinieri.


Un’ultima curiosità riguarda il cinema, in quanto Piazza Demidoff è famosa anche per essere stata immortalata nella trilogia di film degli anni ’70 Amici miei, uno dei capolavori della commedia italiana, diretto da Mario Monicelli con un cast di attori eccezionali, tra cui Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Gastone Moschin, Duilio del Prete, Adolfo Celi. Proprio qui era collocato il bar Necchi, l’ambientazione per innumerevoli scene dei film.