Boris Johnson, ex sindaco di Londra per due mandati (2008-16), è l’ideatore dei 100 piccoli giardini immersi nel verde, i Pocket Parks, diffusi nella capitale inglese in ben 26 quartieri grazie alla collaborazione e all’iniziativa di numerosi liberi cittadini.
Le aree interessate all’intervento hanno in comune il fatto di aver rappresentato, in origine, dei vuoti urbani mai utilizzati; aree anonime, quindi spazi privi di identità. Il programma ha previsto il recupero di questi luoghi con l’obiettivo di coinvolgere attivamente residenti e associazioni green – anche attraverso una partecipazione on line – a partire dall’idea fino alla completa realizzazione avvenuta nei mesi scorsi a fronte di un impegno finanziario contenuto, pari a circa 2 milioni di sterline.
I parchi, di grandezza e forma diversa, adiacenti alle abitazioni dei diretti interessati, costituiscono oggi uno spazio intimo e collettivo al tempo stesso, un rifugio dal caos metropolitano per vivere piacevoli momenti di relax ma anche d’incontro e di confronto. Una sorta di grande stanza a cielo aperto dove si può conversare, bere un drink, leggere, ma anche prendersi cura di orti e alberi da frutto. L’iniziativa ha così rafforzato il senso di condivisione e appartenenza da parte di tutti al territorio urbano circostante. Per la sociologa Jane Jacobs i Pocket Parks rappresentano degli spazi che vanno intesi come “occhi sulla strada”.
Il successo del programma è stato di recente celebrato da una mostra alla London City Hall in cui si sono presentate le esperienze di coloro che hanno collaborato alla riuscita del progetto. Un’occasione per infondere nuovamente nelle persone fiducia verso i luoghi pubblici, dimostrando che lo spazio aperto tra gli edifici non è solamente una “zona di transito” ma anche e soprattutto un luogo di condivisione e, perché no, di bellezza.