Riqualificazione spazi urbani

“Un restauro a prova di Unesco” – La balconata di Piazzale Michelangelo

Posted by on Ott 11, 2021 in Arredo Urbano, Il mondo della ghisa, Itinerari, Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

Lo scorso mese di luglio Firenze ha trionfato nell’agenda Unesco. Dopo il riconoscimento di tutto il suo centro storico, già avvenuto in passato, è entrata a far parte del patrimonio mondiale dell’umanità anche la zona che si estende oltre la riva sinistra dell’Arno comprendendo, nello specifico, l’Abbazia di San Miniato al Monte, la chiesa di San Salvatore al Monte, le Rampe, i Giardini delle Rose e dell’Iris, Piazzale Michelangelo, straordinario belvedere che offre una vista mozzafiato sulla città.

Di quest’ultimo luogo, Neri Spa è orgogliosa di avere contribuito alla definitiva riqualificazione con il restauro delle oltre mille colonnine ottocentesche in fusione di ghisa che compongono la balconata. L’intervento l’ha fatta tornare all’antico splendore e alla sua funzione di cingere come una perfetta “corona” la grande piazza panoramica.

La balconata di Piazzale Michelangelo restaurata da Neri Spa

La balconata di Piazzale Michelangelo restaurata da Neri Spa

Per maggiori approfondimenti sulle operazioni di restauro, corredate da numerose immagini fotografiche, ma anche sulla storia della balconata – in particolare la fonderia produttrice, le Regie Fonderie di Follonica – invitiamo a consultare i link riportati sotto. Il primo dei due è una presentazione realizzata da Antonio Neri (Presidente di Neri SpA), mentre il secondo è un video curato sempre da Neri SpA.

https://service.neri.biz/System/109470/Neri_Services_Restoration_Projects_Restoration%20and%20reproduction_Florence_Piazzale%20Michelangelo_en_it.pdf

https://www.youtube.com/watch?v=hxTonPtfsXE&feature=youtu.be

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Recuperati a nuova vita: i gasometri di Londra, Stoccolma e Amsterdam

Posted by on Set 30, 2021 in Itinerari, Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

Dopo i casi già descritti di Atene (Gazi) e Londra (Old Kent Road) [1] presentiamo i progetti dedicati al recupero di altri gasometri ormai dismessi da decenni.

Il primo intervento ci porta ancora una volta nella capitale inglese dove lo Studio di architettura Wilkinson Eyre si è aggiudicato il concorso per la riqualificazione dei gasometri di King’s Cross. Dal 2018 all’interno di tre di queste strutture sono ospitati altrettanti edifici residenziali con appartamenti di lusso, mentre un quarto, situato al centro, è stato recuperato a formare un grande giardino circondato da una pensilina in acciaio sottilissimo, lucido specchiante. L’estetica industriale pesante e la materialità fisica grezza della struttura si fondono armoniosamente con la leggerezza e la complessità degli spazi interni. Per descrivere l’identità di questo luogo ci affidiamo alle parole dello stesso Wilkinson, direttore di Wilkinson Eyre, che ha preso casa proprio in uno di questi appartamenti: I gasholder creano un contrappunto dinamico tra vecchio e nuovo. Rappresentano l’essenza stessa della vita in città e offrono panorami unici sul canale. Il recupero è una risposta concreta alla possibilità di intervenire sul patrimonio industriale in un’area come King’s Cross; si creano infatti nuove forme, complesse e interdipendenti, cui corrispondono scultorei spazi all’interno. L’architettura è completamente integrata nella vita della città, a dimostrazione che è possibile adattare costruzioni iconiche a nuove funzioni.

I gasometri londinesi di King's Cross trasformati in edifici residenziali (photo by Peter Landers)

I gasometri londinesi di King’s Cross trasformati in edifici residenziali (photo by Peter Landers)

Esterno e interno. Gli appartamenti di lusso ricavati negli ex gasometri di King's Cross (photo by James Brittain)

Esterno e interno. Gli appartamenti di lusso ricavati negli ex gasometri di King’s Cross (photo by James Brittain)

Un team di alto profilo composto dagli studi Herzog & de Meuron, LOLA Landscape Architetcts, insieme al paesaggista olandese Piet Oudolf, ha assunto il compito di riqualificare il distretto di Norra Djurgårdsstaden a Stoccolma. L’area sorge sul sito dell’ex officina del gas, ubicata nel settore nord-est della capitale svedese, dove sopravvivono una serie di gasometri inutilizzati. Costruiti in mattoni rossi alla fine del XIX sec. sono stati progettati dall’architetto svedese Ferdinand Boberg con strutture metalliche cilindriche aggiunte nel 1912 e nel 1932. L’intervento prevede la rimozione di uno degli edifici, che sarà sostituito da una torre residenziale alta 90 metri che ospita 312 appartamenti distribuiti su 28 piani con una terrazza aperta sul tetto, uffici, una Spa, una caffetteria, e un asilo nido al piano terra. Gli altri edifici saranno recuperati e adibiti a nuovo polo culturale della città.

La facciata della torre è pensata per riprendere nella forma la struttura in metallo originale del gasometro e ogni appartamento è disposto secondo una configurazione a V, le camere da letto da un lato e le zone giorno dall’altro, con viste panoramiche sulla città, sul parco e sulla costa. Un esteso spazio verde è a disposizione sia dei residenti che dell’intera popolazione. Sentieri serpeggianti, impreziositi da alberi e fiori, collegano due piazze e un’area-salotto lunga 88m. Il paesaggista Piet Oudolf, specializzato nella piantumazione di piante perenni, è noto per il suo intervento sulla High Line di New York (una ferrovia dismessa trasformata in un parco cittadino sopraelevato).

L'area dell'ex officina del gas di Stoccolma con i gasometri recuperati e la torre residenziale alta 90 m. (image courtesy of Herzog & de Meuron)

L’area dell’ex officina del gas di Stoccolma con i gasometri recuperati e la torre residenziale alta 90 m. (image courtesy of Herzog & de Meuron)

Dalla Svezia all’Olanda: la Westergasfabriek, ex fabbrica di gas ad Amsterdam, è divenuta la casa per eccellenza di eventi culturali, meritando addirittura a livello internazionale l’appellativo di “Pride of Westergas”, uno spazio eccezionale da destinare a mostre, festival musicali, concerti, conferenze, seminari, premiazioni. Le originali caratteristiche industriali dello spazio interno dell’antico serbatoio di stoccaggio, unite ad una superficie di 2500 mq e all’imponente altezza (14,5 m) fanno oggi di questo gasometro una maestosa cornice sapientemente restaurata.

L'interno del gasometro di Amsterdam, photo  by Rijksdienst voor het Cultureel Erfgoed, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24008703

L’interno del gasometro di Amsterdam, photo by Rijksdienst voor het Cultureel Erfgoed, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24008703

Per saperne di più:

https://www.architetturaecosostenibile.it/architettura/progetti/recupero-gasometri-gasholders-240https://www.dezeen.com/2017/10/30/gasklockan-stockholm-sweden-herzog-de-meuron-piet-oudolf-lola-landscape-architecture

https://westergas.nl/en/locations/gashouder/

 

[1] http://www.arredodesigncitta.it/?s=Gazihttp://www.arredodesigncitta.it/cool-gas-ad-atene/

 

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Il gasometro di Old Kent Road

Posted by on Feb 24, 2021 in Itinerari, Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

C’è chi vorrebbe trasformarlo in un giardino verticale di vetro a più piani, aperto al pubblico e con tanto di vasca profonda dove ospitare addirittura gli alligatori. Il destino del gasometro londinese di Old Kent Road, al pari di tante altre strutture simili non più in funzione, pone, come si evince anche da questa notizia trapelata di recente, una grossa sfida al suo riutilizzo. Da decenni il gas per le città non è più prodotto nelle numerose officine locali e la sua fornitura dipende esclusivamente dalla nuova tecnologia dei gasdotti, motivo per cui questi enormi serbatoi di stoccaggio non sono più necessari. Eppure restano luoghi iconici da salvare, e se possibile da rivitalizzare e da pensare come spazi per nuovi usi, in quanto testimoni delle trasformazioni che hanno modificato il paesaggio urbano, soprattutto a cavallo tra la fine dell’800 e la metà del 900.

Il gasometro in questione, costruito nel 1879-81 presso l’ex officina del gas di Old Kent Road dall’ingegnere George Livesey, poteva vantare una serie di primati sia storici, essendo il più grande del mondo, sia strutturali in quanto realizzato secondo un nuovo concetto che per la prima volta “trattava” il telaio, l’ossatura portante, come un guscio metallico a traliccio cilindrico. A questi si aggiunge l’interesse tecnico poiché ogni componente era frutto della moderna tecnologia: gli elementi in ferro e acciaio, ad esempio, appaiono eccezionalmente resistenti anche se molto sottili. Al suo interno il gasometro era del tipo a campana costituito da un contenitore cilindrico chiuso superiormente e aperto sul fondo, dove risultava immerso in una vasca d’acqua (la più profonda di tutte). La presenza di acqua impediva al gas di uscire dal serbatoio che veniva poi prelevato o immesso medianti tubi. Da considerare era inoltre anche l’aspetto architettonico. Il telaio progettato da Livesey rappresentò una sorta di frattura col passato dal momento che prendeva le distanze da qualsiasi tipo di decorativismo applicato, facendo affidamento solo sulla purezza e sobrietà delle forme. Novità presa poi a modello in tutto il paese per numerosi altri gasometri.

Il gasometro di Odl Kent Road in una cartolina storica

Il gasometro di Odl Kent Road in una cartolina storica

Una nota curiosa riguarda lo stesso Livesey. Il ricorso alle sue prestazioni non fu solo motivata dall’innegabile talento ingegneristico, ma anche dall’esperienza che aveva maturato in prima persona proprio nel campo della produzione  e della distribuzione del gas. In quegli anni ricopriva infatti la carica di segretario delle officine del gas della South Metropolitan Gas Company, azienda che aveva come presidente proprio il padre Thomas. All’ingegnere, che fu anche filantropo, si deve la nascita della Camberwell Public Library (in seguito divenuta Livesey Children’s Museum), ubicata proprio di fronte alla fabbrica del gas. Si racconta anche di un suo impegno sociale volto a estendere la distribuzione del gas illuminante e da cucina anche alle famiglie delle classi operaie meno abbienti.

Al tema dei gasometri abbiamo dedicato un altro articolo pubblicato sempre sul nostro blog. Riportiamo qui di seguito il link: http://www.arredodesigncitta.it/?s=Gazi

 

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Elettricità e street art. Il “doppio servizio” delle cabine elettriche

Posted by on Feb 10, 2021 in Installazioni artistiche, Itinerari, Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

La tendenza, oggi, è quella di sostituirle con box parallelepipedi in lamiera d’acciaio. Eppure le vecchie cabine elettriche sono ancora diffuse su tutto il territorio nazionale. Di forma per lo più a torretta, realizzate in cemento, sono individuabili ovunque all’interno del panorama urbano e da sempre svolgono la funzione di trasformare l’energia elettrica da media a bassa tensione, perché possa poi essere impiegata in quasi tutti gli impianti elettrici, sia in ambito civile che industriale.

Cabina elettrica ubicata in prossimità del MIG - Museo Italiano della Ghisa

Cabina elettrica ubicata in prossimità del MIG – Museo Italiano della Ghisa

Da alcuni anni E-Distribuzione, la più grande società italiana nel settore della distribuzione e misura dell’energia elettrica, ha pensato di utilizzare le loro anonime superfici come grandi “tele all’aperto” sulle quali liberare l’estro creativo di talentuosi artisti e writer, interpreti, di una corrente sempre più in espansione: la street art. A questi si sono aggiunti artisti alle prime armi e anche studenti delle scuole elementari e medie inferiori invitati a immaginare e a realizzare su carta i disegni che avrebbero poi successivamente desiderato vedere sulle pareti delle cabine.

Il progetto ha interessato 170 cabine e l’intento è quello di espanderlo ancora di più. La rete elettrica diventa in questo modo una rete di opere d’arte con l’obiettivo di vivacizzare e riqualificare quegli angoli, spesso grigi e anonimi delle città, nei quali si registra la maggiore concentrazione di questi particolari manufatti. Le migliori interpretazioni sono state raccolte nel book fotografico Cabine d’Autore che è possibile consultare, e gustare, sul sito di E-Distribuzione. Riportiamo qui di seguito il link:

https://www.e-distribuzione.it/content/dam/e-distribuzione/documenti/news/CABINE_D%27AUTORE_BOOK.pdf

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Progettare la città resiliente. Il caso di Boston

Posted by on Ago 3, 2020 in Riqualificazione spazi urbani, Smart city e Architettura green | 0 comments

Molte città, come Boston, sono alle prese con i cambiamenti climatici e l’innalzamento del livello del mare. Poche sono riuscite, tramite l’apporto di architetti del paesaggio, urbanisti e ingegneri a comprendere veramente la portata dell’impatto e proporre soluzioni innovative

Il team di progettazione, che comprendeva Kleinfelder, Stoss, One Architecture & Urbanism e Woods Hole Group, in coordinamento con partner a tutti i livelli di governo, membri della comunità e settore privato, ha sviluppato una strategia di resilienza che include una serie di criteri di valutazione, raccomandazioni per azioni a breve e lungo termine, costi di ordine di grandezza e una roadmap di implementazione per guidare la città mentre inizia a passare dalla pianificazione alle azioni fisiche per proteggere la comunità.

Una strategia di coinvolgimento della comunità solida e divertente è stata fondamentale per lo sviluppo della visione e delle raccomandazioni del progetto. Oltre 400 residenti a East Boston e Charlestown hanno partecipato a riunioni, open house e sondaggi in cui hanno condiviso le loro visioni e priorità sulle soluzioni di resilienza costiera. I residenti hanno dato particolare importanza alle garanzie di accesso all’acqua e al fatto che le soluzioni siano efficaci a lungo termine.

East-Boston

East-Boston-2

La strategia di resilienza e le soluzioni di progettazione prevedono il controllo stratificato delle inondazioni e misure integrate di infrastrutture verdi che mitigano l’effetto dei cambiamenti climatici creando un ambiente sociale, ambientale, e benefici economici.

Le misure aggiuntive fornite: marciapiedi potenziati con respingenti naturali delle zone umide che presentano passerelle in grado di tenere le persone all’asciutto; paesaggi che combinano l’interazione sociale con la protezione dalle inondazioni, creando luoghi per sedersi e guardare le attività; e una piantagione di alberi da ombra che aiuta a combattere la temperatura più elevata. Tutti questi elementi contribuiscono a migliorare i collegamenti con il lungomare rendendolo veramente accessibile per la comunità.

Le misure di protezione dalle inondazioni proposte sono progettate per essere efficaci per oltre 50 anni. Insieme, forniranno protezione dalle inondazioni, accesso al lungomare, attività ricreative, mobilità per oltre 11000 residenti e almeno 300 imprese, nonché per infrastrutture di autostrade e per altri importanti servizi.

Charlestown-2

Charlestown-2

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Cool gas ad Atene

Posted by on Giu 25, 2020 in Itinerari, Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

Officine, gassificatori, ciminere, gasometri, sono gli emblemi indiscutibili della rivoluzione industriale. I gasometri assolvevano alle funzioni di stoccaggio, deposito e regolazione della pressione del “gas di città”, ottenuto dalla combustione del carbone fossile – coke – e destinato  all’uso domestico (ad esempio il riscaldamento) e pubblico, per l’ illuminazione delle strade. Fu lo stesso ingegnere scozzese William Murdoch, pioniere negli studi sulla produzione del gas illuminante, a battezzarli nel 1800 con il nome di syngas: strutture a intelaiatura metallica, a forma di silo, capaci di contenere al loro interno una miscela di gas composto da monossido di carbonio e idrogeno, con l’aggiunta di metano e anidride carbonica. Per oltre un secolo interi quartieri delle moderne città europee vennero destinati ad ospitare i gasometri, fino all’inizio della diffusione su grande scala del metano da un lato e dell’energia elettrica dall’altro. Tali depositi, divenuti obsoleti, furono messi in disuso o demoliti.

Atene, il centro culturale Technopolis, nel distretto di Gazi, by G Da, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53249313

Atene, il centro culturale Technopolis, nel distretto di Gazi, by G Da, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53249313

Il destino è stato più benevolo con il gasometro della città di Atene, ubicato nel distretto di Gazi, il sito della ex-centrale del gas,aperta nel 1857, dalla quale prende appunto il nome. Il recupero dell’intera area, che occupa una superficie di oltre 30 mila mq, ha trasformato l’ex quartiere industriale in un centro multiculturale e nel luogo più “cool” della capitale greca. Raggiungibile a piedi dal Ceramico (importante sito archeologico), la direzione è indicata dalle alte ciminiere che introducono a una grande piazza dove ogni sera, soprattutto durante la stagione estiva, va in scena il rito notturno della movida ateniese tra locali, tavoli all’aperto, cinema e musica. Ma ad attirare qui anche i turisti è soprattutto Technopolis, un museo diffuso che occupa gran parte degli edifici recuperati, gasometro compreso. Dedicato alla storia dell’area, ma aperto anche a mostre temporanee e concerti, dal 2013 ospita il Museo Industriale del Gas, che permette di ripercorrere la storia del gas nella città di Atene e dell’antica fabbrica ad esso dedicata.

L'ex gasometro di Atene, by Dimorsitanos - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37202399

L’ex gasometro di Atene, by Dimorsitanos – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=37202399

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