Cesena, quella fontana al centro della piazza!

Posted on Ott 23, 2014

“Metto un paio d’ali d’Icaro e mi libro nell’aria alla volta di Cesena. E io dal mio volo son caduto in piazza Vittorio Emanuele; che può dirsi il salotto di Cesena! Infatti è qui che la città riceve i forestieri: ci sono gli alberghi, c’è il Municipio, e poi quella fontana del Masini non è davvero un prezioso mobile da salotto? Domani sarà giorno di mercato e la piazza rigurgiterà di banchette, di carretti, echeggerà di grida d’ogni sorta, sarà varia di distese di pentole, scarpe, ferramenta, fazzoletti di donna, mercanzie multicolori…

(Cesare Casoni, in “La piè”, n. 11, novembre 1922)

A oltre novant’anni da questa citazione, piazza Vittorio Emanuele, oggi piazza del Popolo, è ancora il fulcro, il luogo di ritrovo per eccellenza dei cesenati, e non solo. Fortemente voluta nel XV secolo dai Malatesta, gli antichi signori della città, la piazza è uno delle più grandi della Romagna e può ospitare nei giorni di mercato (mercoledì e sabato) oltre 300 bancarelle. A due passi da questo slargo si possono ammirare i monumenti più significativi di Cesena, tra cui l’elegante Rocca, la Cattedrale di San Giovanni e l’edificio in assoluto più celebrato, la Biblioteca Malatestiana, gioiello quattrocentesco riconosciuto dall’UNESCO, unico esempio al mondo di biblioteca monastica giunta fino a noi perfettamente conservata, sia negli arredi che nella dotazione libraria, impreziosita da centinaia di straordinari codici miniati di inestimabile valore.

Al centro della stessa piazza fa bella mostra di sé un’altra architettura che con i suoi giochi d’acqua regala gioia e una “piacevole distrazione” ai numerosi passanti. Si tratta della fontana marmorea del Masini, progettata nel 1583 dall’omonimo pittore e architetto cesenate di cui in città si tramanda da secoli una leggenda che narra di come l’opera, per la sua bellezza, avesse scatenato una tale invidia nelle città limitrofe da spingere qualcuno ad amputare entrambe le mani al povero Masini. Alla leggenda sembra non corrispondere, fortunatamente, il riscontro storico ma tutto ciò la dice lunga circa l’amore dei cesenati per questo monumento che, per tutto questo tempo, si è sempre cercato di conservare e custodire nel migliore dei modi.

Una curiosità che oggi pochi conoscono a proposito della fontana è rappresentata dal fatto che fino al 1925, anno di inaugurazione del nuovo acquedotto cittadino,  una cancellata in ferro la delimitava per tutto il suo perimetro. Come mostrano alcune foto d’epoca risalenti alla fine dell’Ottocento, essa era intervallata ai quattro angoli da altrettanti fontanelle circolari in ghisa, del tipo a colonna (una delle tipologie più diffuse in Italia) dotate ciascuna di un boccaglio ricurvo stretto tra le fauci di un mascherone leonino, di una vaschetta per la raccolta dell’acqua e di un bel decoro a forma di pigna alla sommità.

Una di queste fontanelle (purtroppo col tempo si sono perse le tracce degli altri tre esemplari) ha continuato, solitaria, ad assolvere alla sua funzione in una piazzetta situata nelle vicinanze fino al 2008 quando si è deciso di trasferirla nel restaurato Giardino pubblico, sede della sezione en plein air del Museo Italiano della Ghisa, nel quale trovano spazio altri oggetti in ghisa utilizzati in passato per il decoro cittadino.

Cesena, piazza del Popolo in un giorno di mercato con la fontana Masini al centro, 1923

Cesena, piazza del Popolo in un giorno di mercato con la fontana Masini al centro, 1923

La fontana Masini con la cancellata in ferro e le 4 fontanelle in ghisa agli angoli, 1890-95

La fontana Masini con la cancellata in ferro e le 4 fontanelle in ghisa agli angoli, 1890-95

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