Non solo metallo!

Posted on Lug 15, 2015

Nel comune trentino di Rovereto, presso la frazione di Mori Ferrovia, sopravviveva fino al 2008 un importante esempio di archeologia industriale. Si tratta dello stabilimento Scac (Società Cementi Armati Centrifugati) operante dal 1920 fino al 1985 nel settore della costruzione di pali in cemento armato.

La sua nascita si deve soprattutto all’intuito dell’imprenditore Ezzelino Zontini il quale, impressionato dalla rapida fortuna raggiunto da questo tipo di prodotti in Germania, stipula un accordo con l’industria madre e fonda in Trentino un primo stabilimento progettato dall’ingegnere Riccardo Maroni.

Il successo si rivela immediato in quanto la Scac riesce a soddisfare un requisito fondamentale: utilizzo di materie prime nazionali come il cemento che inizia ad avere molto mercato negli anni Venti in quanto prodotto economicamente concorrenziale rispetto ad altri materiali come l’acciaio e il legno che, tra l’altro, non abbondano certo in Italia causa l’autarchia imposta dal regime fascista. I pali della Scac possono vantare, inoltre, anche un minor tasso di degradabilità rispetto ai loro simili in acciaio, ghisa e legno.

La prima di una serie di innumerevoli e importanti commesse risale al 1922 e riguarda la fornitura dei pali di sostegno per la linea da 75000 volt di Ponte dei Preti (Vercelli) per una tratta complessiva di 60 km. Col trascorrere dei decenni l’aumento delle richieste incentiva la produzione e la necessità di aprire nuovi stabilimenti come quelli di Mortara (Pavia), Cremona, Marghera, Bologna, Pescara, Firenze, Roma. La succursale di Torre Annunziata Centrale (Napoli) permette la diffusione più agevole dei prodotti – trasportati prevalentemente su rotaia – al Sud e nelle isole.

La Scac realizza non solo pali per l’alta tensione ma anche travi prefabbricate, pali lagunari, traversine ferroviarie, sostegni per riflettori, antenne portabandiera e pali per l’illuminazione pubblica. Questi ultimi riscontrano grande successo e sono impiegati come elementi d’arredo urbano in numerosissime città italiane, comprese quelle di nuova fondazione in epoca fascista come Littoria (Latina), Sabaudia, Pomezia, Aprilia, Pontinia.

Un catalogo della Scac, recentemente acquisito dalla Fondazione Neri documenta proprio la produzione di pali per l’illuminazione cittadina. Datato 1933, esso è introdotto da una circolare (1926) dell’allora Ministro dei Lavori Pubblici S.E. Giurati: “Nelle palificate d’ogni genere si dovrà dare la preferenza a quelle di calcestruzzo di cemento, semplice o armato. Anche l’impiego del ferro potrà essere convenientemente ridotto dando la preferenza alle strutture in cemento armato nelle palificazioni aeree di sostegno”.

Copertina del catalogo SCAC, Archivio Fondazione Neri

Copertina del catalogo SCAC, Archivio Fondazione Neri

In questo caso specifico le “palificate aeree di sostegno” sono rappresentate da pali della luce di differenti tipologie. Si parte dai candelabri di dimensioni contenute, per passare ai grandi pali ornamentali dotati di mensola semplice, doppia, tripla e quadrupla, ai pali per sospensione centrale e agli imponenti sostegni per riflettori. Oltre alle piazze e alle strade tali oggetti trovano collocazione su ponti, sui viadotti e negli impianti sportivi.

Catalogo SCAC

Catalogo SCAC

Catalogo SCAC

Catalogo SCAC

Catalogo SCAC

Catalogo SCAC

Nel catalogo è presente anche la tipologia di lampioni che fino al 2011 ha illuminato Viale Augusto, nel quartiere Fuorigrotta a Napoli. Realizzati in stile razionale, essi erano parte integrante del patrimonio storico-architettonico della città, contribuendo, soprattutto la notte, a creare negli occhi dei visitatori la magia di un grandioso ingresso al quartiere fieristico della Mostra d’Oltremare. Purtroppo – pur essendo beni tutelati – non hanno resistito all’usura del tempo e alla scarsa manutenzione e oggi sono stati tutti disinstallati.

Catalogo SCAC, a destra il lampione di Fuorigrotta (Napoli)

Catalogo SCAC, a destra il lampione di Fuorigrotta (Napoli)

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