Quel ponte in ferro oggi scomparso

Posted on Set 9, 2015

L’area fiorentina di San Niccolò con il ponte sospeso sull’Arno dedicato al Granduca Ferdinando III (padre di Leopoldo II) rappresentava nel XIX secolo uno dei principali ingressi alla città. Il ponte, realizzato in ferro, venne eretto nel 1837 su progetto dei fratelli Seguin, ingegneri di origine francese. Successivamente, con la cacciata del Granduca, il suo nome cambiò in quello attuale – Ponte San Niccolò – con riferimento all’antica Porta omonima ubicata nelle vicinanze, sulla riva sinistra del fiume.

A finanziare l’opera fu una società privata che mantenne per anni il diritto di pedaggio: “un soldo a testa compreso il bestiame”. Il ponte presentava le caratteristiche di una struttura sospesa con un’unica campata sorretta da robusti cavi di acciaio che la attraversavano per tutti i suoi 96 metri di lunghezza, con le estremità fissate a quattro colonne e a due coppie di leoni di marmo posti su solidi basamenti.

Nel 1894 il ponte sospeso fu ricostruito a travate, sempre di ferro, appoggiate su due tralicci piantati nel letto del fiume per consentire il passaggio della linea tramviaria a vapore che dal capoluogo conduceva nel Chianti.

La linea partiva da Porta alla Croce (oggi Piazza Beccaria), attraversava l’Arno e correndo lungo Viale dei Colli, Piazzale Michelangelo e Poggio Imperiale giungeva al Piazzale di Porta Romana. Qui, dove era collocato il secondo capolinea, si ripartiva alla volta di Greve percorrendo circa 42 km. Per coprire l’intera distanza il trenino impiegava due ore trasportando carrozze per passeggeri e vagoni merci.

Anche questo secondo ponte metallico è scomparso, definitivamente abbattuto nel 1944 dalle truppe tedesche in ritirata di fronte all’avanzata dell’esercito alleato. Oggi l’attuale struttura, che riprende il sistema originario ad una campata, è in cemento armato e risale al 1948.

 

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