Riqualificazione spazi urbani

Bombas Gens – Centre d’Art

Posted by on Apr 9, 2018 in Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

 

È il nuovo quartier generale della Fondazione Per Amor a l’Art, che utilizza l’arte contemporanea come efficace strumento di inclusione sociale per aiutare bambini e adolescenti in difficoltà.  Realizzato nel 1930 dall’architetto Cayetano Borso di Carminati, il complesso Bombas Gens è uno degli esempi più interessanti di Art déco della città di Valencia (Spagna), dichiarato bene d’interesse locale.

Per gran parte del secolo scorso ha rappresentato uno spazio industriale di riferimento: deputato alla costruzione di pompe idrauliche ad opera dell’imprenditore Carlos Gens, prevedeva al sui interno anche la presenza di una mensa, di spogliatoi e di docce per i lavoratori, tutte innovazioni straordinarie per quell’epoca. Nel 1991 la fabbrica ha chiuso definitivamente i battenti e da quel momento è iniziata l’inarrestabile fase di degrado culminata nel 2014 con l’incendio di una parte della struttura.

Pochi mesi dopo la Fondazione Per Amor a l’Art  lo ha acquistato con l’obiettivo di avviare i lavori di ristrutturazione e creare al suo interno uno spazio multidisciplinare da dedicare all’arte, alla ricerca e al sociale. Un progetto di natura privata, ma con una forte vocazione pubblica.

Oggi l’edificio, splendidamente recuperato, occupa più di 4000 mq e si sviluppa su un’area che comprende 5 ex capannoni: 2 dedicati alla collezione d’arte di proprietà della stessa Fondazione, composta da oltre 1300 opere con un focus sulla fotografia e i linguaggi astratti in pittura e scultura, e i restanti 3 dedicati a mostre temporanee. In posizione laterale si aprono gli spazi del Centro diurno che accoglie i bambini e il ristorante dello chef stellato Ricard Camarena, qui trasferitosi per proporre i piatti della sua cucina innovativa. Molti sono anche i cortili e le aree verdi, come la cantina-deposito del XV secolo o il rifugio antiaereo utilizzato durante la guerra civile, che permettono di godere del complesso nella sua totalità e di scoprirne gli angoli più affascinanti.

 

 

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Bentornata fabbrica del vapore

Posted by on Mar 9, 2018 in Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

Oggi l’ex fabbrica è stata recuperata e rappresenta uno spazio vivo, aperto e permeabile, di respiro internazionale, in cui cultura e tempo libero si intrecciano. Laboratorio creativo e ricreativo, rivolto soprattutto ai giovani, è caratterizzata dalla forte interdisciplinarità delle attività promosse; uno spazio aggregativo del Comune di Milano in cui si può andare in qualsiasi momento per creare, partecipare, conoscere e condividere.

Tutto ciò è reso possibile da una superficie di 14.000 mq destinati a progetti di associazioni residenti e a mostre, spettacoli, ristoranti e servizi correlati. Presenta inoltre un cortile centrale, una grande agorà, naturalmente aggregativa, e un edificio, la “Cattedrale”, che collega i laboratori all’area ricreativa, adatta ai servizi culturali, alla condivisione e alle performance.

Milano, la Fabbrica del Vapore

Milano, la Fabbrica del Vapore

La sua storia secolare ha avuto inizio sul finire dell’Ottocento quando la città di Milano rappresentava uno dei più fertili cantieri industriali di tutta Europa.  Il 26 gennaio 1899 nell’area intorno a via Messina, non lontano da Porta Nuova, viene fondata un’azienda, la ditta Carminati, Toselli & C., dedita alla “costruzione, riparazione, vendita di materiale per ferrovie e tramvie”.

In particolare è proprio il settore tramviario ad attraversare in quegli anni un periodo assai florido. In breve tempo le opportunità di mercato si moltiplicano: un’attenzione sempre maggiore viene dedicata allo studio di nuove carrozze, in quanto le tramvie, con la trasformazione del mezzo di trazione da animale a vapore e poi successivamente elettrico, si avviano a diventare settore trainante dello sviluppo economico.

L’apice della produzione dura circa un trentennio fino a quando, con la presa di potere del regime fascista, per la nota fabbrica si avvia un periodo di stallo che nel giro di poco tempo porta alla crisi profonda e alla chiusura definitiva nel 1935. Da questo momento in poi gli edifici vengono prima affittati e in seguito venduti a differenti società che vi svolgono le più svariate attività (dal semplice deposito a industria tessile e farmaceutica, tipografia, autotrasporti). Alcune aree produttive verranno col tempo demolite, altre abbandonate al loro destino fino alla totale riconversione dei giorni nostri.  Ben tornata “fabbrica del vapore”!

 

Carrozza tramviaria realizzata dalla Carminati, Toselli & C., 1927

Carrozza tramviaria realizzata dalla Carminati, Toselli & C., 1927

 

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Nuova vita per Bergamo Bassa

Posted by on Feb 19, 2018 in Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

Bergamo Bassa, Piazza Cavour (render Luigino Pirola)

Bergamo Bassa, Piazza Cavour (render Luigino Pirola)

Il masterplan si fonda su tre capisaldi: la pedonalizzazione del centro, con il  nuovo disegno degli spazi aperti e delle pavimentazioni; la definizione di un sistema connettivo di spazi pubblici multifunzionali; l’innesto nei piani terra degli edifici, e dei loro cortili, di attività pubbliche.

Queste le linee guida di “Flanerie”, il progetto vincitore del concorso europeo indetto per la riqualificazione del centro piacentiniano di Bergamo Bassa. Ad aggiudicarselo il gruppo guidato dall’architetto paesaggista Luigino Pirola che dimostra un’attenzione particolare per il contesto esistente, ricco di qualità ma da tempo in crisi.

Piazza Cavour, il Sentierone e l’area antistante il Teatro Donizetti sono pensati come un “parcocontinuo”, un unicum urbano con predominanza del verde da dedicare al movimento lento del passeggio e alle attività ludiche all’aperto. Dall’asse del Teatro la trama della pavimentazione scandisce un percorso che attraversa il Sentierone e porta direttamente in piazza Dante dove si apre il nuovo ingresso dell’ex Albergo Diurno. Sul lato opposto della piazza un movimento simmetrico del terreno si eleva dalla quota del suolo e permette di ricavare un secondo accesso agli spazi interrati. Nell’area di largo Belotti la strategia per riqualificare il centro si allarga anche agli edifici, per contaminarne i piani terra e i cortili, prevedendo attività attrattive per rivitalizzare l’ormai assopito cuore della città.

Con la conclusione del concorso si potrà finalmente avviare la fase di confronto e messa a punto del progetto. L’Amministrazione ha già stanziato la copertura finanziaria per il primo lotto dei lavori che dovrebbe riguardare la zona di Piazza Dante e del Quadriportico del Sentierone. Nel confronto con i proprietari degli immobili che gravitano nell’area si giocherà la partita più importante e si capirà effettivamente se le idee proposte dal masterplan potranno avere un futuro favorevole.

Nel frattempo, a partire dal 16 febbraio, tutti i progetti finalisti saranno in mostra presso l’atrio  del Palazzo della Libertà.

Bergamo, Sentierone e portici, cartolina storica, 1933

Bergamo, Sentierone e portici, cartolina storica, 1933

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Ridisegnare Parigi

Posted by on Feb 1, 2018 in Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

 

 

153 progetti finalisti per 55 aree diverse. Al Pavillon de l’Arsenal di Parigi sono in mostra, fino al 4 marzo prossimo, gli esiti del concorso Inventons la Métropole du Grand Paris che ridisegnerà completamente il volto della città.

Il progetto ha preso le mosse dalle numerose ipotesi di incremento abitativo avanzate negli ultimi anni e riconducibili sostanzialmente a due tipologie di intervento molto diverse tra loro: densificazione o espansione. La prima è risultata difficile, se non impossibile da percorrere, poiché Parigi è già una delle città più dense al mondo e gli interventi in questa direzione risulterebbero del tutto invasivi; più semplice e realizzabile l’espansione nel territorio, una politica urbana in corso già da cinquant’anni e che ha prodotto, però, anche veri disastri, come i quartieri ghetto-popolari che circondano la città. Per questo motivo l’approccio è stato radicalmente rivisto per rispettare il limite di consumo del suolo: le aree prescelte dal bando riguardano spazi già urbanizzati da riqualificare o da ricucire, incluso il recupero di edifici abbandonati.

Architetti, urbanisti e intellettuali internazionali, sono stati invitati a ragionare su queste tematiche e a immaginare la metropoli del futuro, dopodiché il passo successivo è consistito nella creazione della “Societé du Grand Paris”, ente pubblico con partecipazioni private che ha coordinato lo sviluppo delle infrastrutture individuando una serie di poli strategici d’interscambio che interagiranno con la rete viaria e dei trasporti esistente. L’idea principale è quella di realizzare un nuovo anello di rete metropolitana, concentrico  rispetto agli attuali confini cittadini, che sarà chiaramente supportato da moderne infrastrutture, permettendo i collegamenti periferici senza necessariamente passare dal centro della città, che attualmente è già al limite di saturazione. Questi poli toccati dalla rete rappresentano di fatto le principali aree interessate dal concorso con l’aggiunta di altri luoghi scelti dai singoli comuni de l’Île-de-France per recuperare edifici o spazi inutilizzati o degradati.

La mostra parigina risulta particolarmente significativa anche per il tipo di esposizione, del tutto inusuale. Una scelta dettata da motivi pratici di spazio ma che è risultata sorprendentemente azzeccata anche per quello che riguarda la visita stessa poiché tutti i disegni finalisti (153) non sono appesi alle pareti, ma impilati su supporti a terra in modo da poter essere presi anche comodamente in mano.

 

 

 

 

 

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Un museo (diffuso) per i luoghi abbandonati

Posted by on Nov 13, 2017 in Itinerari, Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

Tra i numerosi luoghi che sono stati riutilizzati in seguito alla cessazione della loro originaria funzione e quelli già dichiarati monumenti da preservare, esiste una miriade di spazi abbandonati e, cosa ancora più grave, dimenticati dalle stesse comunità che li hanno ricevuti in eredità. Eppure questo “patrimonio nascosto” se fosse sottoposto a un attento lavoro di conoscenza, approfondimento e catalogazione, potrebbe rappresentare una straordinaria occasione per sperimentare i principi del recupero.

In Romagna l’associazione culturale Spazi Indecisi ha avviato una mappatura dei luoghi abbandonati che coinvolge un ampio territorio, dal mare Adriatico fino all’Appennino. L’idea è quella di organizzare al loro interno eventi temporanei con lo scopo di richiamare l’attenzione su una possibile nuova frontiera del progetto. Da questo impegno è nato IN LOCO, il Museo diffuso dell’abbandono, programma sperimentale di museo dedicato alla valorizzazione di luoghi che condividono la medesima sorte: lo stato di totale abbandono.

L’obiettivo è quello di riportare alla luce le tante storie nascoste dietro i “moderni ruderi” attraverso diversi itinerari: luoghi del lavoro; colonie marine; architetture del divertimento lungo la riviera romagnola; case in pietra della Romagna toscana; edifici razionalisti che hanno cambiato il volto urbano anche dei più piccoli borghi dell’entroterra tra il 1920 e il 1940.

Il primo appuntamento consiste in una mostra dedicata ai luoghi dimenticati della Romagna, allestita presso lo spazio EXATR (ex deposito delle corriere di Forlì), per la quale sono state impiegate testimonianze dirette e contenuti pluridisciplinari realizzati da musicisti, fumettisti, attori, fotografi.

 

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Concorso di idee per riqualificare le periferie 2017

Posted by on Lug 6, 2017 in Riqualificazione spazi urbani | 0 comments

Il 9 luglio prossimo scade il bando, promosso dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane del Ministero, in collaborazione con il Consiglio Nazionale degli Architetti, indirizzato ai Comuni, chiamati a segnalare le aree periferiche nelle quali promuovere attività di riqualificazione urbana.

Il concorso di idee, giunto alla seconda edizione (la prima risale al 2015) è rivolto nello specifico ai comuni italiani, singoli o riuniti in associazioni, le cui proposte dovranno riguardare:

  • Riutilizzo di luoghi e di strutture edilizie esistenti per finalità di interesse pubblico
  • Adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali, culturali, educativi e didattici 
  • Interventi di miglioramento della qualità del decoro urbano

Tra gli elementi di valutazione delle proposte, per i quali è previsto un significativo punteggio, vi è l’impegno da parte dei Comuni interessati ad affidare le fasi successive della progettazione al vincitore del concorso.

La selezione dei vari progetti spetta a un comitato scientifico composto da rappresentanti della Direzione Generale del Ministero, del Consiglio Nazionale degli Architetti e dell’Anci. La commissione selezionerà le proposte entro il 14 luglio, data in cui sarà pubblicata la graduatoria finale dei dieci Comuni selezionati.

È importante che il Ministero per il secondo anno rivolga la sua attenzione alle periferie, di cui anche noi ci siamo recentemente occupati, ed è significativo che tra gli ambiti di intervento ci sia anche il decoro urbano, del quale da tempo sosteniamo l’importanza, ai fini di una più alta qualità degli spazi pubblici.

http://www.arredoecitta.it/upl/numeri/cv278/index.html

h_58508_01

 

 

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