Nella seconda parte della monografia dedicata ai lampioni storici della Sicilia, pubblicata sul numero 1, 2022 di Arredo & Città, abbiamo voluto dare spazio anche alle immagini ricavate dalle cartoline – unica fonte a nostra disposizione – che illustrano le tipologie scomparse. Di queste nessun esemplare ci risulta ancora esistente sul territorio regionale. Si tratta in molti casi di manufatti artistici eleganti, come i quattro pali installati a fine ‘800 a Trapani per illuminare il monumento a Vittorio Emanuele II, nell’omonima piazza (https://www.arredoecitta.it/wp-content/uploads/2022/03/Neri_Fondazione-Neri_AC_Arredo-Citta_2022-N.1_-A-heritage-in-the-urban-landscapes-of-Sicily.pdf).
Proprio quest’ultima tipologia di palo ci ha riservato una piacevole e del tutto inaspettata sorpresa. Durante i lavori di digitalizzazione del nostro archivio fotografico – attività per altro ancora in corso trattandosi di un patrimonio che si compone di migliaia di fotografie – l’abbiamo rinvenuta in Sardegna, più precisamente nella città di Sassari, che pochi sanno essere stata una delle prime città italiane a dotarsi di un’illuminazione pubblica a gas. Gli stessi pali erano presenti in piazza Unità d’Italia fino agli anni Cinquanta del ‘900 quando furono rimossi dall’ENEL per fare posto ad anonimi pali in acciaio. Curiosità nella curiosità, il monumentale palazzo che delimita un lato della piazza, sede del Banco di Sardegna, venne progettato dall’ingegner Sironi, padre di Mario, divenuto poi uno dei più grandi pittori del ‘900.
Tornando al nostro racconto, in quegli anni il comune limitrofo di Sorso richiese ed ottenne che sei di quei pali storici, nel frattempo relegati insieme a tutti gli altri in un deposito comunale, andassero a illuminare la piazza principale del paese. Le foto d’archivio confermano la bellezza di questi pezzi ancora funzionanti. A colpire è soprattutto la fascia inferiore della colonna che poggia direttamente sul basamento e si compone di uno splendido gruppo scultoreo composto da tre leoni alati, da noi in precedenza interpretati come grifoni. L’equivoco è dovuto al fatto che prima del rinvenimento di queste foto l’unica fonte in nostro possesso era una vecchia cartolina d’epoca in cattivo stato di conservazione che ha reso molto complicata la lettura e la comprensione dei dettagli. Alla sommità la cima regge tre corpi illuminanti a forma di sfera, che hanno sostituito precedenti lanterne sormontate da una corona. Questa scoperta, dal nostro punto di vista assolutamente non banale, dimostra che la ricerca non può mai dirsi compiuta ma si arricchisce progressivamente, e quelli che si potrebbero definire errori sono soltanto delle conoscenze incomplete passibili di ulteriori integrazioni.